Milano Expo 2015 - successo o flop?
I voti all’Expo: tre semafori verdi, tre gialli e uno rosso
Adattato da un articolo nella pubblicazione Il Sole 24 Ore
1. Presenze – voto
medio
Alla fine Expo ha raggiunto quota 21,5 milioni di visitatori,
superando il traguardo dei 20 milioni che il commissario unico all'evento,
Giuseppe Sala, aveva fissato prima dell'avvio della manifestazione (anche se
l'obiettivo iniziale era di 24 milioni). Missione compiuta, verrebbe da dire.
Le file all'ingresso e ai padiglioni dimostrano in maniera inequivocabile che,
soprattutto da luglio in avanti, il sito è stato preso d'assalto dai
visitatori. Da chiarire però i prezzi a cui i biglietti sono stati venduti e, dati
i molti special, di conseguenza, gli incassi. Il budget è stato rispettato?
2. Servizi – voto medio
La partenza, il primo mese, è stata molto a rilento.
Calcinacci e sacchi di detriti nei vialetti laterali testimoniavano la corsa in
apnea per arrivare al traguardo dell'inaugurazione. Alcuni padiglioni erano
incompleti, un piano di Palazzo Italia chiuso. Chiusi i servizi, chiusa la
terrazza. Da giugno in avanti, però, la musica è cambiata completamente.
Segnaletica a posto, servizi efficienti, mobilità interna molto buona, punti di
informazione funzionanti. Unico grande neo, tuttavia, restano le code:
all'ingresso, ai padiglioni. Code ordinate e ben gestite, d'accordo, ma pur
sempre attese lunghissime. Le dieci ore segnalate al padiglione del Giappone
erano, più o meno, l'orario completo di apertura.
3. Accesso al sito –
voto buono
Il sistema infrastrutturale per accedere al sito era uno
degli spauracchi della vigilia. Si temevano intasamenti delle strade, code
sulla tangenziale di Milano e la A4, treni affollati e metropolitane
impraticabili. Anche perché alcune opere viarie non erano state completate. Invece
il sistema ha retto. Poche volte ci sono stati intasamenti davvero
problematici, non molto di più di quello che succede nei giorni critici a
Milano, in occasione di avvenimenti importanti come le sfilate della moda e il
Salone del mobile. Il mix incoraggiato dalle autorità tra trasporti pubblici
(circa il 40 per cento degli accessi) e auto private ha funzionato.
4. Indotto turistico – voto buono
La quota di occupazione degli alberghi è in media salita
dal 79% del 2014 all'89%. Aumenti di presenze e di occupazione delle camere si
sono registrati anche nelle città limitrofe a Milano e a Venezia e Firenze. A
settembre gli arrivi nei tre aeroporti milanesi sono cresciuti del 7 per cento.
Rispetto alle previsioni della vigilia non c'è stata la valanga cinese, mentre
sono cresciuti gli arrivi di italiani ed europei. Milano si è mostrata nella
sua forma migliore.
5. Eventi e fuori Expo – voto scarso
È stata la sola voce di Expo decisamente al di sotto
delle aspettative. Da un lato il successo del sito ha ridotto gli spazi per gli
eventi in città, dall'altro il cartellone degli eventi si è dimostrato
inferiore delle aspettative, con manifestazioni e spettacoli non abbastanza
appealing per convincere i visitatori di Expo a spostarsi in città. Tanti
piccoli eventi, molti dei quali già previsti e soltanto “Expo-vestiti”, pochi
spettacoli «mass mover». Ha deluso anche la risposta del pubblico a programmi
“di peso”, come quello messo in piedi dal Teatro alla Scala per tutta l'estate,
che non ha dato i frutti sperati. Il colpo di grazia, anche ai ristoranti e ai
locali milanesi, lo ha dato il biglietto a 5 euro per accedere a Expo dalle 18
in poi. Molti milanesi, nelle serate estive, si sono trasferiti a Rho per
cenare, vedere lo spettacolo dell'Albero della vita o i numerosi concerti e
performance organizzati all'interno dei sito espositivo. Insomma, fuori Expo
vittima di Expo.
6. Visibilità all'estero – voto buono
Sono 140 i Paesi che hanno partecipato ufficialmente a
Expo. Sono 54 i padiglioni costruiti dai Paesi e nove i cluster con più Stati
presenti. Sessanta i Capi di Stato e di Governo che hanno visitato il sito di
Rho, tra cui il russo Putin, il britannico Cameron, la tedesca Merkel, il
francese Hollande e lo spagnolo Rajoy. Ma probabilmente l'evento più mediatico
è stata la visita della first lady americana Michelle Obama con le due figlie,
accompagnata tra i padiglioni da Agnese Renzi. Inoltre hanno visitato
l'Esposizione universale circa 300 delegazioni istituzionali internazionali,
arrivate in Italia con l'obiettivo preciso di cercare contatti commerciali e
industriali con le nostre istituzioni e le nostre imprese. Expo per sei mesi è
stata la vetrina dell'Italia nel mondo e le immagini, metaforiche e reali, di una
Milano efficiente e attraente sono rimbalzate in tutto il mondo. È l'eredità
sulla quale vanno costruite e consolidate relazioni di business. Non poco.
7. Incontri B2B – voto medio
La cifra definitiva è difficile da quantificare, perché
quasi tutti i padiglioni hanno dato vita, nei sei mesi di Expo, a incontri
d'affari tra delegazioni (istituzionali, commerciali e industriali) dei propri
Paesi e le istituzioni o le aziende italiane. Senza contare i tanti eventi
business organizzati fuori dal sito di Expo e addirittura fuori Milano. Secondo
la Camera di commercio di Milano, la cifra complessiva dovrebbe attestarsi
attorno a 40mila incontri B2B, che hanno coinvolto migliaia di imprese
italiane, e non soltanto del settore agroalimentare (protagonista di Expo). Resta
tuttavia da capire e verificare se, nei mesi a venire, i tanti contatti creati
attraverso questi incontri si tradurranno in opportunità e commesse concrete
per le aziende italiane.