Tuesday, December 19, 2017

Capodanno a Roma

Tra Passato e Presente

   di Carlo Mignani



Due ragazzi camminano sul marciapiede, si fermano vicino all’angolo di una strada, si guardano intorno furtivamente, uno di loro tira fuori qualche cosa dalla tasca e poco dopo si sentono delle esplosioni, mentre i passanti neppure ci fanno caso.   Soltanto un uomo anziano, forse colto di sorpresa, inveisce.  Mi riesce difficile trattenere un sorriso.  Alcune cose non cambiano mai: quel ragazzo avrei potuto essere io alcuni anni fa.

Sono fermo ad un semaforo aggrappato al sedile posteriore di una Vespa, a Roma, la sera del 31 dicembre, diretto con amici verso il centro per celebrare l’anno nuovo.  Questa sera l’atmosfera della vigilia può essere accomunata a quella del 4 luglio americano o a quella da casinò.  Centinaia di migliaia di persone partecipano direttamente alle celebrazioni, che molti stranieri si lasciano sfuggire quando si limitano a visitare i musei e le chiese. 


Crescendo a Roma

Da giovane quello che mi piaceva di più delle feste erano i botti e più forti erano meglio era! A Roma si cominciano a sentire i bum dei petardi non regolamentari dalla metà di dicembre fino al 6 gennaio, il giorno dell’Epifania, quando i bambini in passato ricevevano i regali.

Per un quindicenne è difficile poter resistere alla tentazione di far detonare una “bomba”, fare qualche cosa di pericoloso, illegale, ma avallato dalla tradizione.   Mentre accendi la miccia raggiungi il massimo della concentrazione, niente ti distrae.  Ora devi gettarla via subito altrimenti ti esplode in mano.  Dopo che ne hai accese 10-15, l’adrenalina ti pompa nelle vene e le mani cominciano a tremarti quasi impercettibilmente.   Non riesci a controllare il tremore, ma nello stesso tempo non ti puoi fermare.  Quando abiti nel tipico appartamento di una grande città, in un palazzo di 7 o 8 piani, e esci sul balcone la notte della vigilia, i diversi tipi di bombe, petardi e razzi vengono da tutte le direzioni.  È una cacofonia, un crescendo, uno spettacolo visivo e uditivo poco apprezzato dagli animali domestici che timorosi si nascondono.

Torno nella mia città natale generalmente per le vacanze estive, ma questa volta ho deciso diversamente.  Sto andando con Nicola, un vecchio amico del quartiere dove sono nato, su una Vespa Granturismo 250, mentre alcuni amici ci seguono in macchina.  Il nostro piano è di andare sul colle del Gianicolo per celebrare l’anno nuovo all’aperto, incontrare altri amici in un locale a Testaccio e infine andare a giocare a carte per il resto della notte 



La vigilia tradizionale

La tipica famiglia italiana si siede a tavola per il cenone di capodanno intorno alle 9 di sera.  Sparecchiata la tavola si comincia a giocare a soldi con le carte italiane con giochi come Mercante in Fiera, Sette e Mezzo e anche Tombola (bingo) ecc., mentre i ragazzi esplodono le bombe e i petardi.  In un’atmosfera gioiosa tutti partecipano e si divertono, parenti e amici, giovani e vecchi, e persino la nonna scommette, ma ogni tanto sonnecchia.  Vorrebbe andare a letto, ma ha deciso di rimanere in piedi fino a mezzanotte, del resto le sarebbe impossibile dormire.  Verso mezzanotte e mezza, dopo il brindisi, i bambini e gli anziani a letto, i giovani per conto loro, è ora di giocare a carte sul serio per gran parte della notte, spesso fino alla mattina giocando a Bestia, Poker, Banco ecc.   


Bestia è simile al gioco tradizionale della Briscola e richiede una certa capacità, mentre per vincere al Banco devi essere fortunato.  Le carte italiane vanno da 1 a 10.  Se esce un 5 o una carta inferiore paghi quello che hai scommesso, mentre se esce un sei o una carta più alta, vinci.  Ho visto uscire di fila fino a otto carte basse e questo vuol dire che, raddoppiando ogni volta, la cifra finale sarebbe potuta arrivare fino a 128 volte la posta iniziale in pochi minuti.  


Gli anni più maturi

Più recentemente il comune ha organizzato attività, sparse in zone strategiche della città, consistenti in fuochi artificiali e concerti di musica leggera.  Con il tempo bello abbiamo passato piacevoli capodanni all’aperto, insieme a parenti e amici sui colli del Gianicolo e del Pincio, semplicemente passeggiando e godendo lo spettacolo che la città offre.  Cosi’ facciamo questa sera.  Ci incontriamo con i nostri amici sulla piazza del belvedere del Gianicolo.  Da qui tutti insieme, armati come per andare a un picnic, con champagne nel frigo portatile, bicchieri, biscotti e l’immancabile panettone, ci avventuriamo nella confortevole notte romana insieme a migliaia di altre persone.

Visto dall’alto di una collina lo spettacolo cambia.  La luce dei fuochi artificiali si unisce alle esplosioni delle bombe e dei petardi, ma quello che stupisce di più è il suono.  Le migliaia di esplosioni quasi simultanee e assordanti a livello stradale, osservate a distanza si trasformano in un boato continuo simile a quello prodotto da tuoni in lontananza.  Nel centro della piazza del belvedere si erige il monumento equestre a Garibaldi, l’unificatore militare della nazione italiana.  Nel 1849, proprio su questa collina, migliaia di patrioti giovani e idealisti guidati da Garibaldi, hanno anche provato il pungente odore della polvere da sparo.  Erano venuti da tutta l’Italia per difendere la Repubblica Romana, formata appena 5 mesi prima, dall’assalto delle truppe regolari francesi che volevano insediare di nuovo il Papa.  Furono sconfitti e molti uccisi o fatti prigionieri.  Ora le esplosioni e il caratteristico odore esprimono un evento felice.  Buon anno, auguri, alla salute!  Dopo il brindisi, gli abbracci e i baci nella semioscurità alcuni decidono di tornare a casa mentre il resto di noi si dirige verso il trendy quartiere Testaccio.   


Tra anfore e centauri 

Abbiamo l’appuntamento al “Coyote,” una discoteca molto frequentata scavata nel “Monte dei Cocci” che risale al tempo dell’antica Roma.  La collina, alta circa 35 metri e con una circonferenza di circa 800 metri, è stata formata durante i secoli dalla continua accumulazione dei frammenti delle anfore di terracotta usate per il trasporto di derrate alimentari liquide come vino, olio, salse di pesce, conserve di frutta, miele, ecc. Gran parte del quartiere era anticamente un enorme deposito rifornito in continuazione dalle navi che dal porto di Ostia, risalendo il fiume Tevere, attraccavano alla sua sponda.  Da Ponte Sublicio si possono vedere i resti antichi incastrati nella sponda del Tevere.  Oggi diversi ristoranti, discoteche e locali notturni si sono scavati un posto ai piedi di questa collina.  L’intero quartiere la notte è diventato una grossa area d’intrattenimento, dove durante il week-end e dopo le nove di sera, le macchine non possono entrare. Ci incontriamo con i nostri amici, ascoltiamo la musica, balliamo per un po’ e dalla terrazza della discoteca assistiamo a una spettacolare vista della città.

La città di Roma per tradizione permette alla gente, la notte del 31 dicembre, di tirare piatti, vasi e vari articoli di terracotta e porcellana ecc. nelle strade.  Normalmente ti farebbero una multa e ti inviterebbero ad andare da uno psicologo ma per questa notte è consentito.  Dipende dal quartiere, ma può accadere che durante un party anche un w.c. o un lavandino (tenuto in casa per l’occasione dopo un rimodernamento) vengano gettati dalla finestra.  Specialmente se ti sei inimicato un vicino, stasera ti conviene parcheggiare lontano dalle abitazioni.  Per molti anni è stato un rito periodico, comunale e catartico ora quasi scomparso.  Come mai?  In parte naturalmente a causa della plastica, ma soprattutto perché i romani non vogliono danneggiare le loro beneamate e onnipresenti automobili.

 I motociclisti, chiamati “centauri” dalla figura mitologica mezzo uomo e mezzo cavallo, s’infilano tra le macchine e anche se arrivano per ultimi a un semaforo, generalmente riescono a partire per primi quando scatta il verde.  Da giovane anch’io andavo in giro con la mia Vespa e anche se stasera come passeggero mi sento piuttosto nervoso, non sono riuscito a resistere alla tentazione di fare un veloce giro per la città.  In pochi minuti raggiungiamo il 
Lungotevere poi tagliamo verso il Belvedere del Pincio, sotto c’è Piazza del Popolo, un altro posto strategico per i fuochi artificiali e la musica.  Sullo sfondo, nel cielo terso, emerge quello che i romani chiamano “er cupolone” la grande cupola di San Pietro tutta illuminata.  Piazza di Spagna pullula ancora di persone e poi passiamo vicino al Colosseo, un altro posto strategico dove la gente si è radunata per le celebrazioni.  Il traffico è intenso, ma rinfrescati dall’aria notturna raggiungiamo rapidamente la casa dei nostri amici pronti a giocare a carte fino alla mattina.  Giochiamo a Bestia, Poker e Banco e miracolosamente riesco ad uscirne perdendo pochi soldi. Verso le 8 di mattina ci fermiamo, andiamo al bar all’angolo per colazione e poi me ne vado a casa stanco morto, consapevole che i miei amici dopo un pisolino di 2 o 3 ore ricominceranno a giocare fino a sera.

Ritorno alla normalità

L’incomparabile cultura italiana permette per un breve periodo e in moderazione di fare quasi tutto.  Per 2 o 3 settimane all’anno possiamo fare esplodere bombe, petardi e razzi non regolamentari, giocare d’azzardo, tirare quello che vogliamo dalle finestre senza preoccuparci delle leggi, sentirci in colpa o temere di essere criticati.  Infatti, è tradizione!  Come per magia dopo il 6 gennaio si ritorna alla normalità: basta con le esplosioni, il gioco d’azzardo e il comportamento facinoroso.  Ogni volta che abbiamo cercato di giocare a soldi al di là di queste tre settimane, non ci siamo mai riusciti: ognuno ha da fare.  Il gioco d’azzardo e i botti per i romani sono associati alle stagioni, alle tradizioni, alla famiglia, alle feste, e alla stanchezza, raramente, come del resto l’alcool, costituiscono una dipendenza.  Ma il prossimo anno a metà dicembre, come la luna attira la marea, la città sarà pronta e la frenesia ricomincerà da capo. 

Friday, December 15, 2017

Rinascita del Rinascimento fiorentino

Nell’Italia di oggi, sulle orme di allora procedono i nuovi artigiani con il loro estro artistico

I consumi culturali sono un’eredità del Rinascimento che ancora oggi permea i nostri modi di pensare e interagire.



Gli artigiani digitali del XXI secolo ci riportano alle personalità a tutto tondo e influenti del Rinascimento fiorentino. Filippo Brunelleschi è il nome di spicco, la cui famosa cupola del Duomo di Firenze è il risultato della fusione tra arte, scienza e design. Nell’Italia di oggi, sulle orme di allora procedono i nuovi artigiani il cui estro artistico nel disegnare e produrre occhiali, lampade e tanti altri manufatti del Made in Italy trova nelle stampanti a 3D lo strumento che coniuga l’intensità tecnologica con la bellezza estetica. A Trento, una piccola provincia del Nord Est d’Italia, con forti aspirazioni e impegni per l’innovazione, l’artigiano tecnologico Ignazio Pomini contribuisce alla creazione di brand nell’occhialeria (.bijouets) e nell’illuminazione (.exnovo). Come nel tempo delle botteghe rinascimentali, nel laboratorio di Pomini la contaminazione di abilità e saperi diversi trasforma una piuma in una lampada che è un vero e proprio oggetto artistico.
Contemporanea di Leonardo, è Isabella d’Este (1474-1539) – considerata la “prima Signora del Rinascimento”, marchesa di Mantova e patrona delle arti – la figura ideale della ‘consumatrice culturale’ che scende personalmente nelle piazze di mercato. Qui alla gente comune si aggiunge un nuovo ceto di clienti diretti, i patrizi, i quali non sono più o non solo rappresentati da loro intermediari. Isabella fa anche di più, promuovendo un nuovo canale di shopping, quello via posta, antesignano dell’e-commerce.


I consumi culturali sono un’eredità storica del Rinascimento che ancora oggi permea i nostri modi di pensare, comunicare e interagire, in presenza di nuove alternative nella produzione e nel consumo di beni e servizi che si presentano così spesso quanto rapidamente mutano. Isabella d’Este fu portatrice di idee le cui forme d’espressione sono fonti inesauribili d’ispirazioni. Questo è il caso della generazione rinascimentale dei giorni nostri, composta da milioni di individui di età le più diverse accomunate dalla passione per l’imprenditorialità associata alla tecnologia e alla cultura: un’intersezione che ispira confidenza e incoraggiamento per propositi imprenditoriali. Tutt’altro che l’ansietà e le minacce che si è pensato che la cultura dovesse affrontare sul campo dell’imprenditorialità al sopraggiungere dell’età della riproduzione digitale dei contenuti culturali.

Volendo auto-realizzarsi, l’odierna generazione rinascimentale cerca di mettere in moto processi d’ideazione per costruire una società migliore, mostrando nello stesso tempo il volto del produttore di idee che vale la pena condividere e del consumatore culturale. Si deve a loro la nascita di mercati creativi che sono comunità sociali di collaborazione e condivisione nei più svariati campi culturali, supportate da piattaforme tecnologiche. Creatori indipendenti formano comunità digitali che nei mercati online vendono direttamente ai clienti le loro creazioni, frutto di collaborazioni reciproche. “Creative Market”, fondata nel 2012 a San Francisco da Aaron Epstein, Chris Williams, e Darius A. Monsef IV, ha messo insieme circa 9 mila creatori indipendenti. Sarà lo spirito d’indipendenza, vitale e compartecipato, dell’emergente generazione rinascimentale a tracciare i sentieri dell’imprenditorialità negli anni a venire?

Per approfondimenti, il lettore può fare riferimento a Piero Formica, Entrepreneurial Renaissance. Cities Striving Towards an Era of Rebirth and Revival, Springer, 2017

        Da La Voce Di New York, October 2017

Saturday, December 2, 2017

Un'ottima torta

Le feste si avvicinano e il desiderio di dolci si fa sentire. Ecco una ricetta per una torta deliziosa a base di ricotta e un'altra per i dolcetti di mandorle.



Torta di Ricotta
di Concetta Fiorito
  
VERSIONE ITALIANA
TORTA 3-3-3-3 e 1
3 uova
3 etti di farina
3 etti di zucchero
3 etti di ricotta
1 etto di burro
1 limone (buccia grattugiata e succo)
1 bustina di lievito per dolci (Amazon, or Italian Store)
1 bustina di vaniglina (o un cucchiaino di estratto di Vaniglia)
uvetta passa ammollata nel rum (optional)
2 mele sbucciate e tagliate a fettine (optional)

Battere le uova e lo zucchero, aggiungere la ricotta, il burro fuso, la buccia e il succo del limone, la vaniglia, l’uvetta ed il lievito.  Se è necessario, aggiungere del latte per ottenere un impasto morbido.
Mettere in una teglia per torte o per focacce (con il buco in mezzo) preventivamente preparata con burro e farina.
Stendere le fettine di mele sopra e spargere dello zucchero di canna.
Cuocere al forno a 320 F per 30 minuti poi controllare. Cuocere ancora per altri 20 minuti o più se necessario. La torta è cotta quando infilando uno stecchino nella pasta, lo stecchino esce pulito.

Buon appetito


Ricotta Cake 
La ricetta in inglese con delle misure americani.
Ingredients

3 eggs
1 cup and ¼ granulated sugar
1 ½ cups all purpose flour
1 stick of butter
1 small tub of ricotta cheese (you can use low fat)
Juice and rind of one lemon
1 tablespoon of baking powder
1 teaspoon vanilla extract
¼ cup of raisins previously soaked in rum (optional)
2 small apples peeled and cut in slices (optional)

Heat the oven at 320 F
Beat the eggs with sugar very well, add the flour, then the softened butter and the ricotta. Now add the baking powder and the lemon. Fold in the raisins.
The dough should be thick and creamy. If needed, you can add some milk.

Grease and flour a 9” cake spring pan or Bundt cake pan prepared with butter and flour and pour in the dough. Lay the slices of apples over the cake and sprinkle with brown sugar.  This is optional. Cook in the oven for about 30 minutes, then check the cake and leave for 20 more minutes, or longer - if necessary. The cake is done when you insert a toothpick and it comes out dry.

You can replace the raisins with small pieces of apple, or with chocolate chips.


                               Dolcetti di mandorle – Betsy Mignani

 
Faccio questi dolcetti per ricordare i sapori della Sicilia!

150 gr. di farina di mandorle (io uso “almond meal” da Trader Joe)
100 gr. Zucchero
1 albume
1-2 gocce di estratto di mandorla
Scorza grattugiata di mezzo limone o mezza arancia (opzionale)
Mandorle per decorare (o altra frutta secca, nocciole, ecc.)
Zucchero a velo per spolverarle

Questa quantità di ingredienti farà circa 12 -15 dolcetti piccoli.
Preparare un impasto con la farina di mandorle, zucchero, estratto di mandorla e l’albume. (Aggiungere la scorza se l’avete).
Questo impasto sarà molto appiccicoso, quindi prendere un pezzettino di forse 2 cm e rotolarlo nelle mani per fare una pallina.   Coprire con un po’ di zucchero a velo e schiacciarle un po’ e poi, volendo, aggiungere una mandorla sopra come decorazione.

Metterle su una teglia ricoperta con carta da forno, e cuocere a 350 gradi F per circa 10 minuti.