Sunday, March 8, 2020

Una femminista di 7 secoli fa?

Marzo è il “Mese della storia femminile,” e vi invitiamo ad approfondire la storia di una donna straordinaria del Medioevo. 
Per vedere un video di Alessandro Barbero su Cristina de Pizan:


Christine de Pizan, nata Cristina da Pizzano, è stata una poetessa, scrittrice, editrice e filosofa. È riconosciuta come la prima scrittrice di professione in Europa e la prima storica laica di Francia. Nelle sue opere liriche e narrative trae spunto dalla propria esperienza di vita, e non dalla tradizione religiosa o mitologica, tipica del tempo.

Cristina nasce a Venezia nel 1365, figlia di Tommaso da Pizzano. Il padre era originario di Bologna, dove si era laureato in medicina all'Università e aveva poi praticato anche l'astrologia. Si trasferisce a Venezia dove la sua attività di astrologo gli aveva procurato un'ottima reputazione, tanto da ricevere l’invito dal re di Francia Carlo V a lavorare nella sua corte. Si trasferisce quindi in Francia nel 1369 con la moglie e i figli Cristina, Paolo e Aghinolfo.

Christine cresce nell’ambiente di corte stimolante e intellettualmente vivace di Carlo V. Contro il parere di sua moglie, più tradizionalista, il padre Tommaso le impartisce un'educazione letteraria approfondita, assai rara per una donna dell'epoca. Christine componeva poesie e ballate molto apprezzate a corte.


Cristina dipinta in uno dei suoi libri

A 15 anni, nel 1379, sposa Étienne de Castel, notaio e segretario del re, con cui ha tre figli. Un matrimonio sereno e felice, che Christine rimpiangerà spesso nei suoi scritti: il marito infatti muore per una epidemia nel 1390. Ma come racconta lo storico Alessandro Barbero, “Cristina legge, anzi appena rimasta vedova una delle cose che scopre e che attenua un po’ il dolore di essere rimasta sola è che ha un po’ più di tempo per sé. Ricomincia a leggere, … e come molti altri che leggono tanto, le viene anche voglia di scrivere.”

Scrive moltissimo, aiutata da una facilità di scrittura e ad un certo punto il duca di Borgogna le dà l’incarico di scrivere una biografia nel 1404 del re Carlo V. Cristina comincia a intervistare chi ha conosciuto il re e scrive il libro dei fatti e detti memorabili del re Carlo V. Dice Barbero “è la prima donna della storia ad aver scritto un libro di storia. E continua a scrivere: scrive su commissione, e le committenze cominciano a fioccare. Rapidamente la sua fama travalca le Alpi, arriva anche il Italia il suo paese nativo.”

Ricordiamoci che in quei anni non c’è ancora la stampa. Un libro viene scritto a mano e presentato a un mecenate o qualcuno che lo desidera. Poi se c’è voglia, lo si fa copiare. Cristina ha una vera e propria azienda, con copisti professionali e artisti che abbellivano ogni sua opera.

Cristina scrive su molti argomenti, anche di politica. Nel 1405 scrive il Livre de la Cité des Dames (la Città delle Dame), probabilmente l'opera più famosa di Christine de Pizan. È scritta in risposta ai libri di Giovanni Boccaccio (De mulieribus claris, Sulle donne famose), Jean de Meung (autore del Roman de la Rose, testo del XIII secolo che dipingeva le donne solo come seduttrici), nonché di altri testi avversi alla condizione femminile, intrisa secondo loro solo di dubbio, malinconia e intemperanza. De Pizan ne rimane sgradevolmente colpita e ne fa una questione da discutere a corte.


Pizan presenta invece una società utopica e allegorica in cui la parola dama indica una donna non di sangue nobile, ma di spirito nobile. Nella città fortificata e costruita secondo le indicazioni di Ragione, Rettitudine e Giustizia, De Pizan racchiude un elevato numero di sante, eroine, poetesse, scienziate, regine ecc. che offrono un esempio dell'enorme, creativo e indispensabile potenziale che le donne possono offrire alla società.

Nel 1418, all'età di 53 anni, Christine de Pizan si ritira in un convento. Dopo undici anni di silenzio scrive il suo ultimo libro su Giovanna d’Arco, vedendo in lei la salvezza della Francia. La storia le sta dando ragione: “il sesso femminile vale quanto quello maschile, se non di più.” Purtroppo muore a sessantacinque anni, prima della devastante conclusione della vicenda di Giovanna d’Arco.

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