Rinascita del Rinascimento fiorentino
Nell’Italia di oggi, sulle orme di allora procedono i nuovi artigiani con il loro estro artistico
I consumi culturali sono un’eredità del Rinascimento che
ancora oggi permea i nostri modi di pensare e interagire.
Gli
artigiani digitali del XXI secolo ci riportano alle personalità a tutto tondo e
influenti del Rinascimento fiorentino. Filippo Brunelleschi è il nome di
spicco, la cui famosa cupola del Duomo di Firenze è il risultato della fusione
tra arte, scienza e design. Nell’Italia di oggi, sulle orme di allora procedono
i nuovi artigiani il cui estro artistico nel disegnare e produrre occhiali,
lampade e tanti altri manufatti del Made in Italy trova nelle stampanti a 3D lo
strumento che coniuga l’intensità tecnologica con la bellezza estetica. A
Trento, una piccola provincia del Nord Est d’Italia, con forti aspirazioni e
impegni per l’innovazione, l’artigiano tecnologico Ignazio Pomini contribuisce
alla creazione di brand nell’occhialeria (.bijouets) e nell’illuminazione
(.exnovo). Come nel tempo delle botteghe rinascimentali, nel laboratorio di
Pomini la contaminazione di abilità e saperi diversi trasforma una piuma in una
lampada che è un vero e proprio oggetto artistico.
Contemporanea
di Leonardo, è Isabella d’Este (1474-1539) – considerata la “prima Signora del
Rinascimento”, marchesa di Mantova e patrona delle arti – la figura ideale della
‘consumatrice culturale’ che scende personalmente nelle piazze di mercato. Qui
alla gente comune si aggiunge un nuovo ceto di clienti diretti, i patrizi, i
quali non sono più o non solo rappresentati da loro intermediari. Isabella fa
anche di più, promuovendo un nuovo canale di shopping, quello via posta,
antesignano dell’e-commerce.
I
consumi culturali sono un’eredità storica del Rinascimento che ancora oggi
permea i nostri modi di pensare, comunicare e interagire, in presenza di nuove
alternative nella produzione e nel consumo di beni e servizi che si presentano
così spesso quanto rapidamente mutano. Isabella d’Este fu portatrice di idee le
cui forme d’espressione sono fonti inesauribili d’ispirazioni. Questo è il caso
della generazione rinascimentale dei giorni nostri, composta da milioni di
individui di età le più diverse accomunate dalla passione per
l’imprenditorialità associata alla tecnologia e alla cultura: un’intersezione
che ispira confidenza e incoraggiamento per propositi imprenditoriali.
Tutt’altro che l’ansietà e le minacce che si è pensato che la cultura dovesse
affrontare sul campo dell’imprenditorialità al sopraggiungere dell’età della
riproduzione digitale dei contenuti culturali.
Volendo
auto-realizzarsi, l’odierna generazione rinascimentale cerca di mettere in moto
processi d’ideazione per costruire una società migliore, mostrando nello stesso
tempo il volto del produttore di idee che vale la pena condividere e del
consumatore culturale. Si deve a loro la nascita di mercati creativi che sono
comunità sociali di collaborazione e condivisione nei più svariati campi
culturali, supportate da piattaforme tecnologiche. Creatori indipendenti
formano comunità digitali che nei mercati online vendono direttamente ai
clienti le loro creazioni, frutto di collaborazioni reciproche. “Creative Market”, fondata nel 2012 a San Francisco
da Aaron Epstein, Chris Williams, e Darius A. Monsef IV, ha messo insieme circa
9 mila creatori indipendenti. Sarà lo spirito d’indipendenza, vitale e
compartecipato, dell’emergente generazione rinascimentale a tracciare i
sentieri dell’imprenditorialità negli anni a venire?
Per
approfondimenti, il lettore può fare riferimento a Piero Formica, Entrepreneurial Renaissance. Cities Striving Towards an Era of Rebirth and Revival, Springer, 2017
Da
La Voce Di New York, October 2017
No comments:
Post a Comment