TAP - i pro e i contro
LECCE (di Matteo Greco) – La Trans Adriatic
Pipeline, meglio conosciuta con l’acronimo TAP, è un
progetto volto alla costruzione di un nuovo gasdotto che permetterà, passando
da Grecia e Albania, l’afflusso di gas naturale proveniente dall’Azerbaigian e
dalla zona del Caucaso attraverso la connessione con il gasdotto
trans-caucasico e quello trans-anatolico. L’opera è una delle più complesse
catene mai progettate al mondo, non solo per la sua realizzazione pratica, ma
anche per il grande dibattito che inevitabilmente è scaturito. Com’è noto,
l’approdo del condotto è stato previsto a San Foca, marina di
Melendugno, e le opinioni sulla bontà e sulla necessità dell’opera sono
innumerevoli e spesso in contraddizione tra loro.
Perché “sì” –
Secondo la società promotrice, l’opera porterà non pochi vantaggi al
territorio. Tra questi, sul sito ufficiale di TAP AG viene riportato che la sua
realizzazione “darà contributo diretto al prodotto interno lordo (PIL)
attraverso il gettito fiscale e posti di lavoro in più durante l’esecuzione dei
lavori e l’esercizio. TAP offrirà all’Italia nuove opportunità di innalzare la
propria competitività, facendovi affluire direttamente un volume iniziale di 10
miliardi di metri cubi di gas l’anno, pari a una quota significativa dei
consumi totali del Paese. Il gasdotto si avvale di società italiane di
ingegneria altamente specializzate. Una volta entrato a pieno regime, necessiterà
di personale su base permanente presso il Terminale di Ricezione a Melendugno
per monitorare le operazioni quotidiane locali e il funzionamento dell’intero
gasdotto”. Il gasdotto darà uno slancio anche alla Dorsale adriatica di Snam
rete e gas, naturale proseguimento dell’iter del gas verso il continente.
Inoltre la creazione di un corridoio energetico meridionale che avrà sbocco a
Melendugno renderà la Puglia un importantissimo hub energetico per
l’Italia e l’intera Ue grazie al quale, a detta di molti, si potrà raggiungere
una maggiore indipendenza dal gas russo.
Perché “no” – Queste
e altre previsioni di rendita e utilità della grande opera non accontentano
assolutamente la popolazione locale che ormai da tempo si oppone alla sua
realizzazione. Sul fronte del NO vi sono diverse associazione e circa 40
sindaci del territorio salentino interessato, i quali non vedono nessun reale e
sostanziale tornaconto per il Salento e l’Italia in generale. L’infrastruttura,
infatti, arriva dal mare, attraversa la falda acquifera, mette a rischio la
costa, l’habitat marino e le piantagioni antiche di ulivi (anche millenari)
stravolgendo cosi un ambiente che fa da sempre della pesca, del turismo e
dell’agricoltura i suoi punti di forza. Inoltre, la Tap è pericolosa e vanno
prese precauzioni secondo le normative vigenti: la pesca sarà vietata, i lidi e
la fascia di costa circostante il tunnel dovrà essere interdetta e anche la
zona del “microtunnel”, più interna, dovrà essere asservita con delle fasce di
sicurezza; per non parlare della centrale di depressurizzazione prevista subito
fuori il centro abitato di Melendugno, fra vegetazione e masserie, che occuperà
ben 12 ettari con ciminiere di circa 10 metri per smaltire i fumi della
combustione. Dove passa un gasdotto, tutte le altre attività economiche
diventano “secondarie” o collaterali, e secondari e collaterali diventano anche
gli abitanti di quelle terre: è questa la preoccupazione di coloro che si
oppongono al progetto che rimane ancora con tanti punti da chiarire come ad
esempio i veri e propri utilizzatori del gas metano che dovrà arrivare (anche
italiani o solo europei?)
Il governo è deciso a non bloccare la realizzazione,
visto il parere favorevole al via da parte del Ministero dell’Ambiente che
sembra non prevedere nessun forte impatto ambientale dell’opera, ma le
amministrazioni locali e i cittadini non vogliono gettare certo la
spugna.
da Leccezionale Salento
Non sono un tecnico ma da pugliese d.o.c. preferirei che per la Puglia venissero portati avanti progetti di simile grandezza che pero' tendano a valorizzare la bellezza della terra. Da alcuni anni, ormai, la Puglia e' diventata meta turistica d'eccellenza a livello nazionale ed internazionale. Invece di gasdotti, bisognerebbe lavorare su infrastrutture per il turismo e per la salvaguardia e valorizzazione delle bellezze naturali. Purtroppo, il business legato al gas è piu' redditizio. Peccato che abbia effetti collaterali sull'ambiente. La gente di Puglia ha fatto sentire la sua voce. Speriamo che gli amministratori locali dimostrino la stessa sensibilità e amore verso questa bellissima regione d'Italia.
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