Roma non finisce mai di stupirti. Anche se ci sei nato e cresciuto scopri spesso nuovi luoghi da apprezzare persi nel corso dei secoli che ti sorprendono.
Come diceva Antonello Venditti, in una
sua celebre canzone:
“Io ci sono nato a Roma, io ti ho scoperta
questa mattina”.
E’ proprio vero, il segreto di questa città sta nel fatto che anche se pensi di conoscerla ti stupisce sempre, emozionandoti. Come la chiesa dei SANTI QUATTRO CORONATI.
Sembra un castelletto di mattoni, una mini fortezza, si deve attraversare un paio di cortili per scoprire dov’è l’entrata. Dentro, niente di speciale.
Il cortile interno |
E poi, c’è la cappella di S. Silvestro.
Almeno così si legge sulla guida. Ma dove?
Cerchiamo, non vediamo. Ci salva un’altra suora. “Ma certo. Dal cortile deve imboccare la porta a destra, suonare il campanello... una mia consorella si affaccerà dietro una grata e vi darà la chiave”.
Ma il contatto diretto non è consentito, per cui bisogna utilizzare come nel passato “la ruota” (un cilindro ligneo al cui interno si possono inserire oggetti, o come nel passato neonati abbandonati e lasciati alle cure delle monache…), all’interno della quale lasceremo la nostra piccola offerta e ruotando questo cilindro, poco dopo avremo le nostre chiavi. Cose d’altri tempi, le si passa un euro tra le sbarre, e lei preme il pulsante magico che apre la porta delle sette meraviglie.
Affreschi duecenteschi che sembrano usciti ieri dal pennello dell’artista. Raccontano le storie di Papa Silvestro, la cosiddetta Donazione di Costantino, quel falso pazzesco per cui la Chiesa giustificò per secoli il potere temporale dei Papi, eredi degli imperatori romani. Eccolo, Costantino con la faccia piena di pustole, povero imperatore, aveva preso la lebbra, ed ecco Papa Silvestro che lo battezza, lui guarisce, si converte al cristianesimo e dona al Papa la città di Roma e l’intero Occidente. Capolavoro.
Silvestro I e Costantino |
Non basta. “Ma, madre, quell’aula
gotica di cui hanno parlato tutti i giornali, l’hanno chiamata la Cappella
Sistina del Duecento... si può vedere?”. Gravi sospiri, scuotimenti di testa.
“Non me lo dica: le hanno fatto tanta di quella pubblicità che ce lo chiedono
tutti. Sono arrivati degli americani con un ritaglio di Cosmopolitan! Ma la
Soprintendenza deve ancora approvare l’accesso. Bisogna avere pazienza...”.
Sorride.
Carta di Roma di Giovanni Battista Falda del 1676, indicando la chiesa con la freccia gialla |
“Alla fine, vedrà, la gioia sarà ancora
più grande”.
Adattato da un post di Renata Cleopatra su Memorie di Roma
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