TAP - i pro e i contro
LECCE (di Matteo Greco) – La Trans Adriatic
Pipeline, meglio conosciuta con l’acronimo TAP, è un
progetto volto alla costruzione di un nuovo gasdotto che permetterà, passando
da Grecia e Albania, l’afflusso di gas naturale proveniente dall’Azerbaigian e
dalla zona del Caucaso attraverso la connessione con il gasdotto
trans-caucasico e quello trans-anatolico. L’opera è una delle più complesse
catene mai progettate al mondo, non solo per la sua realizzazione pratica, ma
anche per il grande dibattito che inevitabilmente è scaturito. Com’è noto,
l’approdo del condotto è stato previsto a San Foca, marina di
Melendugno, e le opinioni sulla bontà e sulla necessità dell’opera sono
innumerevoli e spesso in contraddizione tra loro.

Perché “no” – Queste
e altre previsioni di rendita e utilità della grande opera non accontentano
assolutamente la popolazione locale che ormai da tempo si oppone alla sua
realizzazione. Sul fronte del NO vi sono diverse associazione e circa 40
sindaci del territorio salentino interessato, i quali non vedono nessun reale e
sostanziale tornaconto per il Salento e l’Italia in generale. L’infrastruttura,
infatti, arriva dal mare, attraversa la falda acquifera, mette a rischio la
costa, l’habitat marino e le piantagioni antiche di ulivi (anche millenari)
stravolgendo cosi un ambiente che fa da sempre della pesca, del turismo e
dell’agricoltura i suoi punti di forza. Inoltre, la Tap è pericolosa e vanno
prese precauzioni secondo le normative vigenti: la pesca sarà vietata, i lidi e
la fascia di costa circostante il tunnel dovrà essere interdetta e anche la
zona del “microtunnel”, più interna, dovrà essere asservita con delle fasce di
sicurezza; per non parlare della centrale di depressurizzazione prevista subito
fuori il centro abitato di Melendugno, fra vegetazione e masserie, che occuperà
ben 12 ettari con ciminiere di circa 10 metri per smaltire i fumi della
combustione. Dove passa un gasdotto, tutte le altre attività economiche
diventano “secondarie” o collaterali, e secondari e collaterali diventano anche
gli abitanti di quelle terre: è questa la preoccupazione di coloro che si
oppongono al progetto che rimane ancora con tanti punti da chiarire come ad
esempio i veri e propri utilizzatori del gas metano che dovrà arrivare (anche
italiani o solo europei?)
Il governo è deciso a non bloccare la realizzazione,
visto il parere favorevole al via da parte del Ministero dell’Ambiente che
sembra non prevedere nessun forte impatto ambientale dell’opera, ma le
amministrazioni locali e i cittadini non vogliono gettare certo la
spugna.
da Leccezionale Salento