Pizza napoletana patrimonio Unesco?
L’International Pizza Expo di Las
Vegas, dal 1985 fa incontrare il mondo degli affari che ruotano attorno alla
pizza, un mercato che solo in Usa vale 43 miliardi di dollari in vendite
annuali, sono già state raccolte oltre 30.000 firme americane a sostegno della
candidatura della pizza italiana all’Unesco. La Commissione italiana per
l'Unesco, su proposta del ministero dell'Agricoltura e col sostegno dei
ministeri degli Esteri, dell'Università, dell'Ambiente, dell'Economia, ha
deciso di candidare l’arte dei pizzaioli napoletani fra i patrimoni immateriali
dell’umanità.
Il dossier sarà valutato e l’esito
sarà noto entro dicembre 2017, dopo un lungo negoziato che coinvolgerà 200
Paesi.
Sarà il primo nel suo genere
"perché fino ad ora mai l'Unesco ha iscritto una tradizione connessa a una
produzione alimentare”.
La pizza napoletana, che rappresenta
l'Italia nel mondo, è l'unico tipo di pizza riconosciuta in ambito nazionale ed
europeo. Dal 4 febbraio 2010 è anche ufficialmente una Specialità tradizionale
garantita della Comunità Europea.
Alla sede mondiale dell’Unesco è
stato infatti consegnato il primo milione di firme raccolte in tutto il mondo:
100 mila sono arrivate dal Giappone, ben 50 mila dall'Argentina, altre 50 mila
da San Paolo del Brasile, solo per fare qualche esempio.
Il riconoscimento da parte
dell'Unesco proteggerebbe la pizza e l'economia ad essa legata, dal fenomeno
dell'Italian Sounding. La falsificazione dei prodotti alimentari made in Italy
produce enormi danni alla nostra economia e, secondo le ultime stime,
costerebbe all'Italia anche 300.000 posti di lavoro. Il fatturato del falso
Made in Italy, nel solo settore agroalimentare, ha superato i 60
miliardi di euro, un danno economico davvero non trascurabile.
Su www.pizzanelmondo.org si può
sostenere la candidatura e restare aggiornati sulla battaglia culturale
From the weekly
journal L’Italo-Americano
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