Wednesday, March 5, 2025

Antiche origini della popolazione italiana

 Un bambino di 17.000 anni fa fa luce sul patrimonio genetico dell’Italia

La scoperta di uno scheletro di 17.000 anni fa nella Grotta delle Mura, vicino a Monopoli in Puglia, ha offerto nuove informazioni sulla storia genetica delle prime popolazioni umane nell’Italia meridionale. Il bambino, morto a soli 16 mesi, è uno dei ritrovamenti archeologici più significativi degli ultimi anni, in particolare perché il suo genoma è il più antico mai sequenziato in Italia. Lo studio è stato condotto da università italiane e tedesche e pubblicato su Nature Communications; offre uno sguardo affascinante sulla vita, la salute e l’ascendenza genetica di un giovane abitante del Paleolitico.


I resti scheletrici del bambino sono stati trovati nel 1998, notevolmente ben conservati, all’interno di una grotta carsica di grande importanza archeologica per le prove di attività umana risalenti a decine di migliaia di anni fa. Lo scheletro è stato trovato supino, parzialmente coperto da pietre, senza alcuna prova di corredi funerari o pratiche di sepoltura cerimoniale tipiche del tardo Neolitico. Nonostante la semplicità della sepoltura in sé, le condizioni del corpo hanno permesso ai ricercatori di estrarre circa il 75% del genoma.

Lo scheletro nella caverna

Il neonato visse solo pochi secoli dopo l'Ultima glaciazione massima, un periodo in cui le calotte glaciali ricoprivano gran parte della Terra. L'Italia meridionale, tuttavia, era più calda di altre parti d'Europa, offrendo un rifugio alla piccola banda di cacciatori-raccoglitori a cui apparteneva il bambino. Il clima relativamente mite di questa regione ha preservato i resti del bambino, il che ha permesso agli scienziati di recuperare gran parte del suo genoma.

L’eredità genetica delle prime popolazioni dell’Italia meridionale

Il DNA del bambino mostra che apparteneva a una popolazione di cacciatori-raccoglitori occidentali, un gruppo che occupava gran parte dell’Europa durante il Paleolitico superiore. Queste popolazioni erano caratterizzate da pelle scura, capelli scuri e ricci e occhi azzurri, una combinazione di tratti abbastanza distinti da ciò che tipicamente associamo agli europei moderni.  Ma una delle scoperte più sorprendenti è stata, senza dubbio, la diversità genetica presente nel DNA del bambino, un chiaro riflesso della migrazione e della mescolanza genetica che si è verificata tra diversi gruppi di cacciatori-raccoglitori durante il Paleolitico. Nonostante vivesse nell’Italia meridionale, il profilo genetico del bambino ha mostrato affinità con popolazioni che vivevano in tutta Europa, in particolare nelle regioni intorno al Mar Nero e ai Balcani, il che supporta la teoria secondo cui l’Italia meridionale ha agito come un crocevia per varie migrazioni umane, un ruolo che avrebbe continuato a svolgere nel corso della storia.


Una vita segnata da problemi di salute

L’analisi genomica ha anche rivelato che il bambino soffriva di una cardiopatia congenita nota come cardiomiopatia ipertrofica, che probabilmente ha causato la sua morte. Questa malattia probabilmente l’ha ereditata dai genitori, che erano strettamente imparentati, probabilmente cugini di primo grado. Tali strette relazioni familiari non erano rare tra piccoli gruppi di cacciatori-raccoglitori, dove le popolazioni erano relativamente isolate e le interconnessioni all’interno del gruppo erano una necessità per la sopravvivenza. 

 Oltre alle condizioni cardiache, le prove fornite dai denti del bambino suggeriscono che ha sperimentato stress fisiologico che potrebbe essere stato dovuto alle condizioni cardiache, ma potrebbe anche riflettere le sfide della sopravvivenza in un ambiente ostile. L’analisi degli isotopi dai resti indica anche che la madre ha sperimentato una mobilità limitata durante la gravidanza, indicando che la comunità è probabilmente rimasta nello stesso posto per lunghi periodi, forse a causa delle condizioni ambientali o delle pratiche culturali.


Migrazione e continuità genetica nell’Italia preistorica

Uno degli aspetti più significativi di questa scoperta è ciò che ci dice sulle dinamiche migratorie e demografiche dei primi esseri umani nell’Italia meridionale. Le prove genetiche del bambino e di altri reperti simili indicano che le popolazioni in questa parte del paese all’epoca non erano isolate, ma facevano parte di una rete più ampia di gruppi umani che migrarono attraverso l’Europa. Il genoma del bambino rivela una miscela di tratti genetici di diversi gruppi di cacciatori-raccoglitori, dimostrando che anche nel Paleolitico superiore vi era un flusso genico significativo tra le popolazioni. Indica anche un grado di differenziazione genetica tra le popolazioni dell’Italia settentrionale e meridionale, il che suggerisce che mentre vi era un significativo movimento di persone attraverso l’Europa, anche le popolazioni locali iniziarono a sviluppare profili genetici distinti, probabilmente a causa dell’isolamento di diversi gruppi in risposta a barriere ambientali e geografiche.

Echi di un passato italiano diversificato

Quest’ultima scoperta sottolinea la natura dinamica e diversificata delle popolazioni che hanno abitato l’Italia nel corso della storia.  Successivamente, gli Etruschi e i Greci, seguiti dai Romani, hanno contribuito alla diversità genetica. Durante l’Impero romano, l’Italia è diventata un crogiolo di culture e popoli provenienti da tutta Europa, Nord Africa e Vicino Oriente. Questa diversità genetica è persistita fino al Medioevo, quando la posizione centrale dell’Italia nel Mediterraneo ha facilitato il commercio, lo scambio culturale e ulteriori migrazioni. Nel tempo, l’arrivo di gruppi come i Longobardi ha continuato a plasmare la popolazione. Le tracce di questi antichi popoli sono ancora presenti nella moderna popolazione italiana, che rimane una delle più diverse, geneticamente parlando, in Europa.












Sunday, February 2, 2025

The Italian Robinson Crusoe

 Mauro Morandi, an Italian gym teacher who abandoned the modern world and lived for three decades on a tiny island off the coast of Sardinia, had a real-life adventure story that made him known as a latter-day Robinson Crusoe.

Mauro Morandi on Budelli

Part adventurer, part hermit, part conservationist, Mr. Morandi attracted international fascination with a story that in its most dramatic moments seemed drawn from shipwreck epics of centuries past. The story began, however, squarely in the modern age, and with the eminently modern problem of midlife ennui.

A native of the north-central Italian city of Modena, spent his early career as a physical education teacher but grew unhappy in his life and work. His principal, he told the Italian newspaper La Stampa, would sometimes look at him with a “scowl.” When an opportunity arose to take early retirement, Mr. Morandi jumped at it.

In 1989, the year he turned 50, he did something that even many of the most restless middle-agers would lack the gumption to do. He bought a catamaran, abandoned life as he had known it, and set sail with some friends for Polynesia.

The island Budelli with the Spiaggia Rosa

They got only as far as the Strait of Bonifacio, between the Italian island of Sardinia and the French island of Corsica. By some accounts, a mechanical failure forced Mr. Morandi to stop for boat repairs; by another, he spotted an opportunity to make money showing tourists around the islands that dot the strait and form the Maddalena archipelago.

In either case, he found himself on Budelli, a tiny island off the northern coast of Sardinia that is famed for its lustrous pink sand. Mr. Morandi felt immediately at home, having found in the place — as he put it — his own personal Polynesia. Budelli at that time was privately owned and was looked after by a caretaker who, Mr. Morandi came to learn, was days from retirement. Mr. Morandi’s arrival on Budelli at that point appeared foreordained. He agreed to take over as guardian, and for 32 years, except for occasional visits with his family in Modena, he never left.

Spiaggia Rosa on Budelli

Mr. Morandi made his residence in a shelter constructed during World War II and was often described as a hermit. But the truth was that he had his share of company — sometimes more than he wished for — especially when the summers brought sunbathers to Sardinia and the surrounding islands. Mr. Morandi defended Budelli’s fragile beaches from their invasion and kept its paths clean. More welcome to Mr. Morandi were tourists who were interested in the island’s ecology, for whom he served happily and expertly as guide and ranger.

He also received visits from friends, who brought food and other goods to supplement the provisions he obtained from the nearby larger island of La Maddalena. But often it was Budelli itself that provided for him. Mr. Morandi described eating seagull-egg frittatas, making stews from nettle, asparagus and chicory, and foraging for mushrooms.

He told Slate magazine that one winter, the wind howled in a way that he had never heard before or since and the waves reached a height of 18 feet. “I realized that humans are nothing against nature,” Mr. Morandi said. “Even with all of our technology, we are nothing but small ants.”

Mr. Morandi had a clock but did not look at it, he told Il Messaggero. He simply went to sleep when he was tired and awoke with the sun. He grew to know Budelli in intimate detail, to notice the gradations of color that distinguished one sunset from the next and to sense the tides that made the shore an ever-changing beauty. He shared that beauty with people around the world after Budelli was equipped with an internet connection. Despite his long years beyond the reach of modernity, he took easily to social media, regularly posting photos of Budelli’s flora and fauna. In time, Mr. Morandi became an island attraction of his own, often compared to the titular castaway of Daniel Defoe’s 18th-century novel “Robinson Crusoe.”


But in time, life changed. In 2016, Budelli became part of a government-owned national park. Officially, Mr. Morandi was no longer permitted to reside on the island. An online petition supporting his request to stay attracted nearly 75,000 signatures. In 2021, Mr. Morandi relented and moved to an apartment on La Maddalena, later returning to Modena, where he died in January at the age of 85.  When he died, he wished for his ashes to be scattered in the waters of Budelli.

Mauro Morandi was born in Modena on Feb. 12, 1939. He described himself to CNN as a “rebellious child” and said that he ran away from home for the first time when he was 9. He participated in the student protest movement that swept Italy in 1968.  He had three daughters but revealed little of his family life.

After his years as a gym teacher, Mr. Morandi ran a vintage clothing shop but could not escape the pull to turn away from society. He sailed along Italy’s Po River before venturing into the Adriatic and then on his aborted venture to Polynesia.

In 2020, as the world shut down amid the onset of the coronavirus pandemic, CNN interviewed Mr. Morandi about the nature of solitude. “The most beautiful, dangerous, adventurous and gratifying [journey] of all is the one inside yourself, whether you’re sitting in the living room or under a canopy here in Budelli,” he remarked. “That’s why staying at home and doing nothing can be really hard for many.”

Mr. Morandi was the subject of the book “The Guardian of Budelli: The Story of a Man and His Deserted Island,” which he co-wrote with Antonio Rinaldis. He had a theory as to why he inspired such interest, and it went beyond the curious tale of a man alone on a deserted island.

“I’m the living proof that a second, new life is possible,” he told CNN. “You can always start all over again, even if you’re over 80, because there are other things you can experience, a totally different world.”

Adapted from The Washington Post

Sunday, July 7, 2024

Le migliori spiagge d'Italia 2024

Le migliori spiagge d'Italia da visitare quest'estate

Con quasi 5.000 miglia di costa, l'Italia offre infinite spiagge per tutti i gusti, dalle distese di sabbia color zucchero della Sardegna alle spettacolari scogliere lungo la Sicilia.

Per molti italiani, una vacanza al mare è una cara tradizione estiva, con le città che si diradano da luglio ad agosto mentre tutti si riversano sulla costa. Quindi, prendi il tuo costume da bagno ed esplora alcune delle vivaci destinazioni costiere italiane.

Santa Marinella

Santa Marinella
(63 km da Roma)

Questo gioiello balneare italiano lungo il Mar Tirreno si trova a solo un'ora di treno dal centro della città, rendendolo la destinazione perfetta per una vacanza, anche per un soggiorno prima o dopo una crociera.

Viareggio

Viareggio (62 miglia da Firenze)

Firenze si trova nel cuore delle colline dell'entroterra toscano, ma ciò non significa che non puoi fare una gita alla spiaggia da qui. Le spiagge della Riviera Ligure sono solo a un breve viaggio in treno e la città di Viareggio è considerata una delle migliori località balneari d'Italia. È un rifugio popolare per i fiorentini stanchi della città, con treni diretti che effettuano il viaggio in circa 90 minuti.

Da non perdere: Visita alle Cinque Terre da Viareggio


Lido di Venezia

Lido di Venezia
(a 3 km da Piazza San Marco)

La città galleggiante di Venezia si trova direttamente nelle acque del Mar Adriatico. Quindi non dovrebbe sorprendere che ci sia un rifugio sulla spiaggia a pochi minuti di distanza. Prendete il vaporetto fino alla fermata Santa Maria Elisabetta e proseguite a piedi fino al tratto sabbioso noto come Lido. Ogni anno al Lido si tiene l'elegante Festival del Cinema di Venezia.

Cala Brandinchi

Cala Brandinchi
, Sardegna (22 km da Olbia)

Chiedete a qualsiasi italiano dove trovare le spiagge più panoramiche d'Italia e sicuramente nominerà l'isola della Sardegna. La costa frastagliata è fiancheggiata da decine di insenature idilliache dove acque turchesi lambiscono sabbia bianca e fine, ma una delle spiagge sarde più amate è Cala Brandinchi.

Da non perdere: Imbarcarsi su una barca a vela e scoprire l'area marina protetta di Tavolara e Molara

Scala dei Turchi
Scala dei Turchi, Sicilia (8 miglia da Agrigento) Questa imponente formazione rocciosa naturale, chiamata “Scala dei Turchi”, non è probabilmente la prima cosa che viene in mente quando si pensa alle spiagge, ma è di gran lunga il tratto di costa più famoso e suggestivo della Sicilia. A breve distanza in auto dalla Valle dei Templi, la Scala dei Turchi è il luogo ideale per una pausa rinfrescante dopo un tour delle antiche rovine.

Da non perdere: Visita alla famosa Valle dei Templi e alla Villa Romana del Casale

 

Bandiere Blu 2024, ecco gli Oscar delle spiagge italiane. Liguria e Puglia sempre regine

di Simone Cosimi

Le Bandiere Blu sono i riconoscimenti assegnati dalla ong Fee (Foundation for Environmental Education) ai comuni rivieraschi e agli approdi turistici che si distinguono per la qualità delle loro acque incrociata al livello dei servizi offerti a residenti e visitatori, analizzati tenendo conto di un gran numero di parametri. I tratti di litorale (le bandiere vanno sì ai comuni ma riguardano solo specifiche spiagge e non l’interezza dei loro arenili) sono selezionati dalla giuria nazionale in base a 32 criteri molto dettagliati e aggiornati di anno in anno.

I numeri dell’edizione 2024

I numeri di quest’anno dicono che il vessillo potrà sventolare in 236 località rivierasche contro le 226 della scorsa edizione e in 81 approdi turistici (tre in meno del 2023). Nel complesso, questi 236 comuni mettono insieme 485 spiagge premiate (ogni località può comprendere più tratti Bandiera Blu ma, è bene ricordare, i comuni non possono piantare la bandiera su tutte le proprie spiagge), corrispondenti a circa l’11,5% di quelle insignite a livello mondiale.

Bandiera Blu rappresenta sempre più per i turisti un indicatore importante nella scelta della meta turistica, e questo avviene perché ciascun comune insignito dal riconoscimento – dai più grandi ai più piccoli, dal mare ai laghi, da nord a sud - è garanzia di qualità, dalla valorizzazione delle risorse naturali ai servizi ai turisti.

Come vengono assegnate

Sono parametri che ruotano intorno alla gestione del territorio e all’educazione ambientale messe in atto dalle amministrazioni per proteggere l’ecosistema locale e promuovere il più possibile un turismo sostenibile.

Si va dalla presenza e funzionalità degli impianti di depurazione alla percentuale di allacci fognari fino alla gestione dei rifiuti passando alle iniziative lanciate dalle amministrazioni per una migliore vivibilità nel periodo estivo. Vengono considerate anche la presenza di aree pedonali e piste ciclabili, la cura del verde, i servizi sanitari. Non solo: vengono valutate la valorizzazione delle aree naturalistiche eventualmente presenti sul territorio, la cura dell’arredo urbano e delle spiagge e la possibilità di accesso al mare per tutti senza limitazioni.

La classifica per regioni

La Liguria sale a 34 località. La Puglia sale a 24. Seguono con 20 Bandiere la Campania e la Calabria, che ottengono entrambe un riconoscimento in più. Le Marche ricevono 19 Bandiere Blu, mentre scende a 18 la Toscana.

Spiaggia a Tenno, Trentino-Alto Adige

La Sardegna conferma le sue 15 località, raggiunta dall’Abruzzo, che sale a 15 con un nuovo ingresso (Ortona) mentre la Sicilia tocca 14 Bandiere con tre nuovi ingressi (Letojanni, Scicli e Taormina), il Trentino-Alto Adige (le Bandiere vanno anche ai laghi) sale a 12 con due comuni in più (Tenno e Vallelaghi) mentre il Lazio resta a dieci.


Letojanni, Sicilia
 L’Emilia-Romagna vede premiate nove località e sono riconfermate altrettante Bandiere per il Veneto. La Basilicata conferma le sue cinque località e sempre cinque sono i comuni in Piemonte che ottengono le Bandiere. La Lombardia conferma tre località, il Friuli-Venezia Giulia mantiene le due Bandiere dell’anno precedente, come il Molise.

Monday, April 1, 2024

Venere: non solo dea della bellezza.

 

Venere di Milo
Nella religione greca la dea dell’amore e della bellezza era Afrodite; nella religione romana la stessa divinità veniva chiamata Venere. Veniva rappresentata nel fiore della sua giovinezza, graziosa, tutta ingioiellata e sorridente. Venere era venerata come dea della bellezza, dell’amore, della fecondità e della natura primaverile.

Tempio di Venere e Roma a Roma

Venere era una delle dee più importanti, considerata divinità dell’amore, della fertilità, e della bellezza. In astronomia Venere è il secondo pianeta del sistema solare, ed è, sotto molti aspetti, un “gemello” della Terra.

 Venere, con la sua atmosfera densa e avvolgente, offre uno spettacolo celeste unico nel Sistema Solare. L’esplorazione di questo mondo ardente e affascinante offre l’opportunità di approfondire la comprensione della diversità dei pianeti e delle forze che plasmano l’universo. Nonostante la sua rotazione retrograda, la velocità di rotazione di Venere non è costante, ma è influenzata da complessi movimenti atmosferici, causando fluttuazioni nella durata del giorno. L’apparizione duale di Venere come stella della sera e stella del mattino è una caratteristica celeste che ha affascinato osservatori dall’antichità fino ai giorni nostri. Questo fenomeno è strettamente legato alla posizione orbitale di Venere rispetto alla Terra e al Sole.


 La denominazione di “stella della sera” si riferisce al momento in cui Venere diventa visibile poco dopo il tramonto, illuminando il crepuscolo serale con la sua luce brillante. In questa fase, Venere appare come la “stella” più luminosa del cielo notturno, regalando uno spettacolo suggestivo che ha catturato l’attenzione di poeti, artisti e astronomi nel corso della storia.

D’altra parte, quando Venere è posizionata sul lato opposto del Sole rispetto alla Terra, diventa visibile poco prima dell’alba, guadagnando il titolo di “stella del mattino“. In questa fase, la sua luce risplende nel cielo orientale, annunciando l’arrivo del nuovo giorno. Ancora una volta, la brillantezza di Venere in questa fase ha ispirato leggende e simbolismi legati all’inizio di nuovi cicli e alla rinascita. Questo fenomeno è dovuto alla combinazione della rivoluzione orbitale di Venere intorno al Sole e della rotazione della Terra. Poiché Venere orbita più vicino al Sole rispetto alla Terra, può apparire da una prospettiva terrestre sia ad Ovest che ad Est del Sole. Durante il periodo di massima elongazione, quando Venere è il più lontano possibile dal Sole nel cielo serale o mattutino, la sua luminosità è particolarmente evidente.

 L’associazione di Venere con le divinità della bellezza risale all’antichità, quando le culture attribuivano significati celesti ai corpi celesti. Grazie alla sua luminosità e all’apparizione nel cielo serale e mattutino, Venere è stata collegata a divinità come Afrodite nella mitologia greca e Venere nella mitologia romana, entrambe simboli di bellezza e amore. Questo legame tra il pianeta e le divinità, che ha radici nelle credenze antiche, continua a suscitare fascino, collegando il patrimonio culturale umano al cielo notturno in una danza celeste intrigante. La dualità di Venere come “stella della sera” e “stella del mattino” contribuisce a un’esperienza celeste che ha ispirato racconti mitologici e ha mantenuto il suo richiamo attraverso i secoli.


Monday, January 22, 2024

Castelli Romani

Un luogo da visitare

A sole 13 miglia da Roma si trova Frascati, una delle cittadine nella regione dei Castelli Romani nota per le ville costruite da famiglie nobili nel XVI secolo. Ma uno dei migliori motivi per fermarsi qui è il suo patrimonio enogastronomico, tutto legato alla stagione della vendemmia. Con la sua atmosfera, in gran parte bucolica, e la piazza cittadina ingannevolmente piccola, Frascati offre ricche tradizioni enogastronomiche per coloro che scavano sotto la superficie della storia vitivinicola della regione. Questa parte della campagna romana è fatta per coloro che vogliono fuggire dalla vita cittadina e godersi un ritmo più lento e il gusto della terra del vino.

La zona dei Castelli Romani a sud est di Roma
La vendemmia inaugura prodotti che non possono mancare nei panifici di Frascati. Il piccolo ma animato centro cittadino si sviluppa attorno ad una piccola piazza, con diversi panifici, o panetterie, che offrono prodotti locali. La cosa più orgogliosamente pubblicizzata in ognuno di essi è la pupazza, un biscotto di miele e farina di grandi dimensioni a forma di donna, o bambola, nota per la sua anatomia unica. Sebbene ogni panetteria utilizzi il proprio stampino per biscotti (alcuni sembrano più sofisticati di altri), la caratteristica unica di questo biscotto a forma di donna di Frascati sono i suoi tre seni: due per il latte e uno per il vino. La leggenda narra che quando le donne uscivano nei campi a raccogliere l’uva con i bambini piccoli al seguito, placavano i bambini che piangevano con del vino. Da qui l’insolita anatomia del biscotto. Oggi quasi tutte le panetterie della città affermano di avere qualcuno in famiglia che ha “inventato” il biscotto.
La pupazza

La pupazza ha ottenuto anche il riconoscimento del Movimento Slow Food Italiano. Se la maggior parte della documentazione insiste sul fatto che la pupazza possa essere aromatizzata con delle spezie, i fornai locali assicurano che gli ingredienti sono semplicemente farina, miele, chicchi di caffè e pezzetti di frutta candita che servono per gli occhi e la bocca. Forse più intrigante del design stesso è come mangiare il biscotto. Se se ne porta uno a casa, si scopre che è duro come una roccia e rischia di rompere un dente, se non si sta attenti. Si consiglia di ammorbidire il biscotto, lasciarlo riposare in un ambiente caldo: in una mano, in una cucina calda o magari inzuppato in una bevanda calda. Poiché c’è una grande concentrazione di miele nel biscotto, quanto sarà morbido determinerà quanto sarà masticabile.

La ciambella al mosto
La vendemmia ha dato origine a un altro popolare classico autunnale, la ciambella al mosto, un grande pan brioche fatto con riduzione di mosto d’uva e spolverato o glassato di zucchero. Durante l’autunno, i cartelli all’esterno dell’Antico Forno Molinari invitano con foto che indicano che all’interno è possibile acquistare pani rotondi a forma di ciambella. Come la versione più grande, e le ciambelline al vino (i piccoli biscotti rotondi al vino e olio d’oliva per cui è famosa la regione Lazio), la ciambella al mosto è disponibile solo a settembre, ottobre e novembre, mentre si svolge la vendemmia e si prepara il mosto, o la riduzione di mosto d’uva. La pagnotta è fatta con farina, uova, zucchero, lievito, mosto d’uva e olio extravergine di oliva. Si suppone che la ciambella sia originaria di Marino, una delle vicine città dei Castelli Romani, e risalga al XVII secolo come un modo per utilizzare tutto ciò che veniva raccolto durante la vendemmia, compreso il mosto. La ricetta stessa si fa risalire a San Francesco, che, recatosi in visita a Jacopa dé Settesoli di Marino, le portò in dono la ricetta di questa delizia.

Castelli romani
La regione vinicola di Frascati ha dato origine anche alle fraschette, le osterie locali che offrivano ai visitatori la possibilità di degustare i vini fatti e prodotti in piccole aziende agricole. Questa tradizione risale al Medioevo, e forse anche all’epoca romana, quando piccoli produttori di vino aprirono negozi per mostrare e vendere i loro prodotti. Alla fine, il concetto si sviluppò nella fraschetta, una piccola sala da pranzo simile a una taverna fiancheggiata da panche e lunghi tavoli, dove potevano riunirsi coloro che erano interessati a sedersi insieme e bere vino; si poteva acquistare solo il vino locale: i viaggiatori dovevano portare il proprio cibo, se lo desideravano. La ragione? Spesso in queste stanze non c’erano cucine disponibili. I proprietari appendevano sopra le loro taverne una frasca, o ramo di quercia, per annunciare che la stagione del vino era iniziata e che la bevanda era pronta per essere assaggiata.

Col tempo il concetto di fraschetta cominciò a cambiare. A Frascati e nei Castelli Romani si scoprirà che la maggior parte delle fraschette odierne sono come osterie, locali di ristorazione a servizio completo che offrono cibo oltre al vino di produzione locale. Vale la pena visitarli, poiché si possono assaggiare prelibatezze locali come la porchetta di Ariccia, un maiale allevato localmente che viene tradizionalmente preparato arrosto con spezie come rosmarino, pepe e aglio, e noto per la croccantezza del suo strato superiore. Tuttavia, c’è una fraschetta che oggi offre l’esperienza tradizionale: Cantina da Santino.

La porchetta


Monday, October 2, 2023

Nuovo visto per viaggiare in Europa

Viaggi in Europa? Visto ETIAS obbligatorio dal 2024

ETIAS, che sta per Sistema europeo di informazione e autorizzazione ai viaggi, è un nuovo sistema che l'Unione europea sta istituendo. L'obiettivo è migliorare la sicurezza delle persone che viaggiano verso e all'interno dell'Europa. Ciò riguarderà principalmente le persone che viaggiano in Europa senza bisogno di un visto.


Il sistema ETIAS funzionerà come una specie autorizzazione al viaggio per i cittadini di paesi che attualmente non necessitano di visto per entrare nella zona Schengen. Ciò significa che prima di recarsi in Europa, è necessario richiedere un'autorizzazione ETIAS online. Durante la domanda, ti verrà richiesto di inserire alcune informazioni di base su di te e sui tuoi piani di viaggio. Il sistema controllerà quindi queste informazioni per identificare eventuali rischi per la sicurezza o la salute.

Se la tua domanda viene approvata, l'autorizzazione ETIAS è valida per tre anni (o fino alla scadenza del tuo passaporto, a seconda di quale evento si verifichi per primo). Con un'autorizzazione ETIAS approvata puoi recarti nella zona Schengen per brevi periodi, ad esempio per vacanze, viaggi di lavoro o transito.

Principali cambiamenti per i viaggiatori senza visto in Europa una volta che l'ETIAS sarà operativo

Cosa puoi aspettarti quando l'ETIAS entrerà in vigore:

1.   Hai bisogno di un permesso prima di viaggiare: Se provieni da un paese per il quale non hai bisogno di un visto per viaggiare in Europa, devi richiedere il permesso tramite ETIAS prima di viaggiare.

2.   Richiedi il permesso online: È possibile richiedere l'autorizzazione ETIAS online. Dovrai inserire alcune informazioni personali, dirci dove stai andando e rispondere ad alcune domande sulla tua salute e sicurezza.

3.   Ci sono dei costi coinvolti: Devi pagare per richiedere il permesso ETIAS. Si prevede che un'autorizzazione ETIAS avrà un costo di 7 euro.

4.   Ha validità triennale: Una volta ottenuta l'autorizzazione ETIAS, puoi utilizzarla per più viaggi. Rimane valido per tre anni o fino alla scadenza del documento di viaggio (come il passaporto).

5.   Puoi usarlo per diversi tipi di viaggio: Che tu venga in Europa per vacanza, lavoro, cure mediche o solo di passaggio, puoi utilizzare ETIAS. Ti consente di rimanere nella zona Schengen per un massimo di 90 giorni.

6.   Aiuta a migliorare la sicurezza: raccogliendo in anticipo informazioni sulle persone che si recano in Europa, l'ETIAS contribuisce a migliorare la sicurezza.

 

Perché l'Europa vuole introdurre l'ETIAS?

1.   Rende il viaggio più sicuro: ETIAS controllerà in anticipo chi verrà in Europa. Ciò consente di rintracciare le persone che potrebbero rappresentare un pericolo, come criminali o terroristi, prima che arrivino in Europa.

2.   Aiuta a gestire la migrazione: Sapendo in anticipo chi verrà in Europa, ETIAS può aiutare a gestire la migrazione. Ad esempio, può aiutare a identificare le persone che potrebbero voler soggiornare in Europa illegalmente.

3.   Protegge la salute: ETIAS può anche aiutare a rilevare i viaggiatori che potrebbero essere portatori di una malattia infettiva. In questo modo possono aiutare a prevenire la diffusione di queste malattie in Europa.

Quali paesi partecipano all'ETIAS?

Il sistema si applicherà a tutti i 27 paesi del cosiddetto Zona Schengen. Si tratta di paesi membri dell'Unione Europea, come Italia, Paesi Bassi, Germania, Francia e Spagna, e di 4 paesi che non appartengono all'UE, vale a dire Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera.

Ci sono anche alcuni paesi che sono membri dell'UE ma non hanno ancora aderito completamente alla zona Schengen, come la Bulgaria, Cipro e la Romania. È intenzione che anche questi paesi partecipino all'ETIAS non appena saranno pienamente parte della zona Schengen.




Sunday, July 23, 2023

L'Angolo della Poesia

 

LÀ DOVE IL CUORE
Là dove il cuore s’impiglia
è inutile dare strappi o scossoni:
l’amore è una colla
che tutto raccoglie e rapprende,
meglio piano scostare
la vita nei bordi
e afferrare quel filo
che ora ti tende
e planare, volare,
con ali ancora stupite e stordite,
stretti a quel cuore impigliato
che – d’un tratto –
ora vola con te.

Patrizia Fazzi









Viviamo di istanti
d'incanto che sfuggono
ad ogni aspettativa
della ragione.
Gigante Francesco










Ti prendo per mano
dove vive quel tepore
che ci accompagna lungo la via
più straordinaria della vita.
Gigante Francesco










Alcuni pensieri
sono aggraziati fruscii
tra mature spighe
accarezzate da un raggio di sole.
Gigante Francesco













Il mare più trasparente
e nitido è quello dell'altruismo.
Gigante Francesco


... E ora una di Trilussa

Un Cane Lupo, ch'era stato messo
de guardia a li cancelli d'una villa,
tutta la notte stava a fa' bubbù.

Perfino se la strada era tranquilla
e nun passava un'anima: lo stesso!
nu' la finiva più!

Una Cagnola d'un villino accosto
je chiese: — Ma perché sveji la gente
e dài l'allarme quanno nun c'è gnente?
Dice: — Lo faccio pe' nun perde er posto.

Der resto, cara mia,
spesso er nemmico è l'ombra che se crea
pe' conservà un'idea:
nun c'è mica bisogno che ce sia.

 Trilussa, Er nemico

 

Un Cane Lupo, ch'era stato messo
di guardia ai cancelli d'una villa,
tutta la notte stava facendo bubbù.

Perfino se la strada era tranquilla
e non passava un'anima: lo stesso!
non la finiva più!

Una cagnetta d'un villino accanto
gli chiese: — Ma perché svegli la gente
e dai l'allarme quando non c’è niente?
Dice: — Lo faccio per non perde il posto.

Del resto, cara mia,
spesso il nemico è l'ombra che si crea
per conservare un'idea:
non c'è mica bisogno che ci sia.