Chi ha inventato la moda dell'abbronzatura?
Fino a un secolo fa l'abbronzatura non era ben vista. È
diventata una moda grazie alla stilista francese Coco Chanel che per prima
sfoggiò la "tintarella" a Parigi.
A lanciare
la moda dell'abbronzatura fu la stilista francese Coco Chanel, che sul finire
degli anni Venti del secolo scorso, di ritorno da una vacanza in Costa Azzurra,
sfoggiò la sua tintarella per le strade di Parigi venendo presto imitata da
stuoli di "fashion victim".
PRIMA ERA OUT. In epoca moderna, prima che l'audace Coco decidesse di liberarsi
in spiaggia di guanti, ombrellini e parasole, l'abbronzatura era tutt'altro che
ben vista, venendo associata ai mestieri umili che si praticavano all'aperto.
E benché i benefici dei raggi
solari fossero già noti ai Greci e ai Romani (che prendevano il sole in
terrazze dette solaria), un leggero pallore fu per secoli sinonimo di nobiltà e
benessere, soprattutto per le donne. Di fronte alla seducente pelle bronzea di
Chanel – pronta ad affermare che "l'abbronzatura dorata è chic" – le
abitudini iniziarono però a mutare e la tintarella fu associata ai concetti di
bellezza e salute.
8 cose che (forse) non sai
sull'abbronzatura
No alle creme dell'anno scorso!
Se è rimasta la protezione solare dell'ultima estate nell'armadietto, la si può "riciclare"? Meglio di no. Le creme solari durano in genere 12 mesi dall'apertura, e solo se conservate in condizioni ottimali. Se le si lascia sotto il sole, nella sabbia o mezze aperte, i filtri solari che contengono si degradano molto più facilmente, e la loro efficacia non è più garantita. Sulle confezioni, comunque, sono riportati la data di scadenza oppure il numero di mesi di conservazione ottimale del prodotto dopo l'apertura, accanto al simbolo di un barattolo aperto (il cosiddetto PAO, period after opening).Non sei
"al sicuro" neanche sotto l'ombrellone. Anche quando siamo all'ombra riceviamo più del
50% di tutti i raggi ultravioletti, a causa del riverbero sulla sabbia e
sull'acqua, e della radiazione diffusa. È quindi necessario mettersi la crema
sempre, persino quando riposiamo sotto all'ombrellone. Vale anche se il meteo è
incerto: i raggi UV passano infatti attraverso le nuvole.
Tieni d'occhio
l'orologio.
L'irraggiamento e l'intensità dei raggi UVB (i più pericolosi, perché
responsabili delle ustioni e dell'invecchiamento della pelle, e perché aprono
la strada ai melanomi) sono massimi tra le 11:00 e le 16:00. Evitando di
esporsi al sole in questa fascia oraria si riducono in modo significativo i
rischi di scottature e tumori cutanei.
Se metti la
crema non ti abbronzi di meno. Ma solo in modo più lento e graduale, ottenendo un colorito più resistente
nel tempo e limitando i danni cutanei. La crema va spalmata almeno 15 minuti
prima di esporsi al sole, e rinnovata ogni 2 ore, anche se sei un tipo
mediterraneo, con capelli scuri e carnagione già olivastra. In quel caso, puoi
partire da una protezione media (fattore 15-25) e dopo 4-5 giorni passare a
quelle più basse (filtri da 6 a 10). Non essere avaro: la dose minima di crema
per rivestire un corpo adulto è di 6 cucchiai (25-30 grammi).
Conosci (e rispetta)
il tuo fototipo. Ossia le
diverse tipologie di reazione al sole basate su colore della pelle, dei capelli
e degli occhi. Sei del fototipo 1 se hai carnagione e occhi chiari,
capelli rossi o biondi, efelidi; la mancanza quasi totale di melanina ti rende
suscettibile a ustioni ed eritemi e devi limitare l'esposizione al sole. Il fototipo
2, carnagione chiara e capelli biondo scuro o castano chiaro, deve usare
fattori di protezione totale; il fototipo 3, carnagione abbastanza scura
e capelli castani, può usare una protezione medio-alta; per il fototipo 4
(carnagione olivastra, occhi e capelli neri) e il fototipo 5 (capelli
crespi e occhi scuri, fototipo mediorientale) va bene una protezione media. Per
il fototipo 6 (pelle nera) è comunque consigliata una protezione da
bassa a media. Per tutti vale la regola di limitare l'esposizione nelle ore più
calde.
Rischi di più
se... Se appartieni a uno
dei primi due fototipi. L'85-90% dei tumori cutanei si sviluppa nelle persone
di questi gruppi, e le persone con capelli rossi sono, per ragioni legate
all'espressione di un gene chiamato MC1R, più suscettibili a varianti
aggressive di melanoma. Questo non significa che gli altri fototipi siano
indenni dal rischio: i tumori cutanei colpiscono anche chi ha pelle e capelli
scuri, e in genere vengono diagnosticati in fasi più avanzate.
Le rughe. Sfoggiate con orgoglio dai pescatori
(come Mario Cusolito, pittore e pescatore di Stromboli), le rughe sono un
effetto tangibile dell'esposizione al sole. In altre parole, abbronzarsi fa
invecchiare, perché al sole la pelle perde elasticità (attraverso la
degenerazione del collagene e dell'elastina, le due proteine che la
sostengono). Sotto accusa ci sono i raggi UVA, che penetrano in profondità.
nell'epidermide fino a raggiungere gli strati superiori del derma. Sono meno
energetici dei raggi UVB, i quali però sono in gran parte filtrati
dall'atmosfera.
Adatto da
articoli di Focus.it