Cosa cambia con la sentenza della Corte Costituzionale?
Il caso
La Corte aveva già espresso delle perplessità
sull'automatismo riguardante il cognome e lo scorso gennaio lo aveva definito
"retaggio di una condizione patriarcale della famiglia". A questa
sentenza si è però arrivati perché la Consulta è stata chiamata a farlo
nell’ambito di un procedimento, partito nel 2020 a Lagonegro, in Basilicata.
Quell’anno una coppia si era rivolta al tribunale perché voleva dare al figlio
solo il cognome della madre, così che questo potesse condividere lo stesso
cognome dei fratelli, ma la legge non lo consentiva. Gli altri ragazzi lo
avevano infatti acquisito solo perché erano stati riconosciuti successivamente
dal padre, mentre l’ultimo arrivato era nato nel matrimonio. Come ha
ricostruito il loro legale, i primi tentativi della coppia sono stati vani, ma
i coniugi non si sono arresti e hanno fatto appello contro la decisione di
primo grado. Proprio durante il nuovo processo, la questione è stata rimessa
alla Corte costituzionale. “È inutile nascondere la soddisfazione per questo
risultato, è stato un percorso lungo e faticoso ma alla fine la nostra tesi è
stata riconosciuta come valida”, ha detto il legale, commentando la sentenza. “La
coppia ci ha sempre creduto".
Cosa
succede ora
La
Corte ha stabilito anche cosa cambierà nella pratica. “La regola”, si legge nel
comunicato, “diventa che il figlio assume il cognome di entrambi i genitori
nell’ordine dai medesimi concordato, salvo che essi decidano, di comune
accordo, di attribuire soltanto il cognome di uno dei due. In mancanza di
accordo sull’ordine di attribuzione del cognome di entrambi i genitori, resta
salvo l’intervento del giudice in conformità con quanto dispone l’ordinamento
giuridico”. Questi cambiamenti riguarderanno i figli nati nel matrimonio, fuori
e anche a quelli adottati. Alcuni aspetti restano però da definire e, come
specifica il comunicato, sarà compito del legislatore (quindi del Parlamento)
farlo. Tra le altre cose, bisognerà decidere come procedere se uno dei due
genitori ha già il doppio cognome.